L’immondizia propizia 

​…quante cose non dette, amarezze inconfessate, incoffessabili. il presente, forse, è la più grande illusione, la più grande fottutissima carognata che ci riserva questa vita. aspettative, attese inattese, presuntuosa e pretenziosa quella spinta che ti fa credere di possederlo, di domarlo. il passato sbiadito, sgradevole, non è niente di più che un presente sfuggito, sbagliato, calpestato.

avere il coraggio di ammetterlo che non è nostro l’attimo, avere il coraggio di ammetterlo che è lui a possederci, a farsi beffe di noi con ghigni ambigui. che sanno di scherno e compassione.

abbandonare quella sottile ipocrisia, quella linea di confine in cui la buona creanza ci incatena e rende tutto vuoto, troppo vuoto. quel vuoto che fa male, che ti verrebbe di riempirlo. riempirlo con quel futuro che credi di poter controllare perchè frutto di quel presente che credi di assoggettare.

sicurezza che imperversa l’essere, che inganna l’essenza. quale peggiore utopia di avere tutte le risposte?di sapere già che sapore avrà?

ma è la linea, la linea di confine che è stata valicata, sfumata. 

e mi dimenticherò ancora di buttare l’immondizia, lascerò sospeso quel paragrafo atteso. perchè non tutte le cose reali devono essere necessariamente compiute, disilluse.

quell’incontro che non c’è stato e che riempie il vuoto più di un incontro avvenuto.

la costanza di di sbagliare e accettare che lo faremo, che non è l’ultima volta, che ancora e poi ancora ci tenteremo.che non siamo infallibili e mai lo saremo.

trovare il nerbo domani di guardare il sole e non restare dietro un vietro. non restare sulla veranda ad osservare. è facile da lì giudicare. è facile da lì analizzare. è facile da lì rischiare di non vivere. 

trovare il nerbo domani di aprire quella finestra anche se il vento fa bruciare gli occhi, correndo il riscio di non buttare l’immondizia ancora una volta o di provare l’ebrezza di farlo senza averci pensato.

Annina botta.  

13 pensieri su “L’immondizia propizia 

      1. entra in gioco la volontà…il dannato desiderio dell’io di imporsi…ma poi ci scopriamo fragili, quasi ombre e ci lasciamo passare, come il vento, la vita addosso. e ci affidiamo al sogno, all’ombra… “To die , to sleep, perchance to dream ah thus a consummation devoutly to be wished”…così riflette Amleto per sfuggire al disagio dell’Hic et Nunc…però vedi, il dannato presente ci dà pure spiragli, come questo nostro dialogare… 😉

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      2. Non ho una pagina facebook, perdonami..è una scelta precisa quella di usare solo il blog per i miei scambi e scritti…in quanto alla “cazzara” la trovo una definizione fantastica. La leggerezza è il sale della vita…Non c’è intimo senza leggerezza… ci leggeremo qui e sarà molto gradevole, credo. 😉

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