Mai mio,  mai noi.  

​Che forse non mi importa se sei mio. 

Che forse c’ho pensato e tutte ste certezze e ste conferme non mi servono. 

Che mi stanno bene i pezzi,  i frammenti. 

Che mi cibo di scie e sguardi. 

Che non voglio promesse,  non voglio vincoli,  non voglio prigioni. 

Che ti posso dividere con una,  cento,  mille.  

Che posso farlo se so che poi torni da me. 

Che posso farlo se poi so che come guardi me non ce n’è per nessuna. 

Che posso farcela anche se mi dai solo fogli accartocciati.  

Non ti preoccupare,  ci facciamo gli origami.  

Che c’ho provato ma sono rimasta incastrata,  lì nei tuoi occhi. 

C’ho provato a cercare altre labbra,  altre mani ma tu dentro rimbombavi. 

Che voglio essere tua,  solo questo.  

Non pretendo tu sia mio.  

Non pretendo un noi.  

Io tua però. 

Si,  quello si.

Annina Botta 

153 pensieri su “Mai mio,  mai noi.  

      1. Vero anche quello 🙂 Spesso in un momento si pensa una cosa e magari quello dopo tutto il contrario. Mi piace tantissimo la frase “potrei dividerti con altre mille se poi avessi la certezza che torneresti da me”, la trovo significativa… ma se c’è una cosa su cui io, personalmente, non cambio mai idea, è la fedeltà, la sicurezza…
        Cose che non si possono avere imponendo legami, sicuramente. Ne sono consapevole. Chi vuole tradirci lo farà ugualmente. E anche se trovo giusto il “voglio che tu stia con me perché ci vuoi stare e non perché sei obbligato” preferisco, diciamo, precisare che io voglio cose serie… spero di non aver fatto troppi giri di parole xD

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      2. Ti ho capita perfettamente! Sarà per il mio vissuto sicuramente ma ho abbandonato l’idea di fedeltà in senso tradizionale. Non che se l’uomo che amo vada con altre donne io faccia i salti di gioia, sia inteso, potrei però accettarlo. Se dentro sapessi che è un diversivo, altrimenti lo subirei. Ho imparato che ci sono tradimenti, che per me, sono più gravi e ho avuto modo di rivalutare tutta la questione. Tradimento fisico non sempre corrisponde a mancanza d’amore o poco impegno nel rapporto. E lo dico da non traditrice.

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      3. No, lo so bene questo… però, per come sono io, non potrei accettarlo. Forse è anche l’età, sai… da ragazzini vediamo tutto o bianco o nero, prendiamo tutto così tanto sul serio da far ridere, anche quando non sono cose davvero serie… non so quanti anni tu abbia, ma ti immagino più grande di me, per come parli… per questo dico quel che dico. Giuro che non voglio darti della vecchia! :p Comunque, a una certa età, ho potuto constatare (dai miei genitori) che le cose si prendono diversamente… forse è un fatto caratteriale anche, non lo so questo…

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      4. Ne ho 29, mi difendo dai 😂 comunque anche io una volta ero inflessibile, poi ho avuto storie lunghe, intense, complicate e mi sono riscoperta diversa. Ho dato sfogo alla mia idea di amore quando prima vivevo quell’idea stereotipata che ti insegnano.

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      5. Ahah hai l’età della mia amica :p
        Io sono un po’ più piccolina e ho avuto solo due esperienze serie, delle quali una è stata un fiasco totale e l’altra prosegue ancora dopo 6 anni… Io e il mio compagno abbiamo la stessa idea su come debba essere un rapporto, perciò va bene così 🙂 Penso che ognuno debba costruire le proprie regole nella “coppia”, “non coppia” o comunque la si voglia definire… un proprio mondo che calzi a pennello ad entrambi e di quello che pensano gli altri chissene importa. Il bello della diversità sta proprio in questo 🙂 E penso tu abbia fatto bene a darti sfogo, proprio perché ognuno di noi ha diverse esigenze e pensieri.

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      6. Ahhh, verissimo questo. E rendertene conto anche se sei molto giovane ti fa onore, perchè di solito se uno molto più vecchio si azzarda a ipotizzare che forse un giorno il tempo e la vita cambieranno anche il tuo modo di vedere la coppia si prende un sacco di critiche.

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      7. Ti ringrazio 🙂 Probabilmente una volta mi sarei comportata proprio così… Avevo l’arroganza di essere l’unica ad avere la ragione, come tanti altri… Poi, crescendo, ho imparato ad accettare i pareri ed i consigli altrui 🙂

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      1. Non è la prima volta che fo così. Dunque….
        Sono arrivato fino a 4. Ottimi risultati. Basta che leggi i miei racconti sexy.

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      2. Il foursome ce l’ho stasera. Domani sicuramente scrivo qualcosa in merito. Cerca l’articolo “seduzione culinaria” per capire meglio. Vai sul search.

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  1. Bello, il concetto. Reale, per certi versi e per molti. Ma non fa per me. Io non sono abituato a dare gli scarti, anche se ci fai la zuppa forte, col quinto quarto. Si, insomma, come fare gli origami con i fogli stropicciati. Ma voglio (e devo) dare tutto. Perché la bellezza che si chiama “condivisione” non ha eguali.

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      1. Non sono le aspettative a farci male. Quelle sono lecite. Il danno lo fanno le persone. Coloro che pur potendo, senza alcuno sforzo, pretendono e non danno. Per questo è giusto pretendere, ma dalle persone giuste. Certo, non si sceglie di chi innamorarsi, ma dire sempre di “si” e chinare il capo non paga. Perché si finisce così, prima o poi: a essere succubi dell’altro. E io sono io, e rimarrò io a prescindere da chi avrò accanto.

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  2. Molto bella! Ma anch’io sono dell’idea di non dividere con nessuno. Ognuno merita tutte le attenzioni e l’amore dev’essere incanalato solo su una persona.
    Ti auguro solo il meglio.

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  3. Non c’è bisogno di tante parole, perché queste possono andare e venire. Non c’è bisogno di un possesso in quanto nessuno è un oggetto. Non c’è bisogno di un “noi” se si è liberi di amare appieno. Basta appoggiare la mano sul cuore e si è già NOI! In silenzio, occhi negli occhi, amando appieno oltre sé stessi.

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  4. Parole di grande impatto emotivo e allo stesso tempo di grande sollievo liberatorio, pensare che si possa amare una persona che non sia solo nostra, ci da un grande senso di libertà
    Ma è davvero così?
    L’ amore non deve essere mai una rinuncia, anzi, amare è donare se stessi, quindi ciò che abbiamo di più caro alla persona amata, altrimenti cosa potremmo offrire in dono per un sentimento tanto importante?
    Non so voi, ma io riesco a concedermi soltanto alla persona che amo, fedeltà, sincerità e unicità, sono alla base dell’amore.
    Ciao

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  5. E’ impossibile insabbiare l’amore vero, per quanto cerchiamo di distrarci prima o poi arriverà a bussare alla porta del nostro cuore e della nostra mente….difficile scappare completamente (ammesso che lo si voglia fare davvero fare…)

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  6. Credo che questo sia davvero amore allo stato più puro, dare senza aspettarsi di ricevere….bellissima, anche se penso molto difficile da attuare, le aspettative anche se non si vuole, si creano da sole 🙂

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  7. A tutti coloro che qui parlano avventatamente e quasi all’unisono d’amore e di amare come un donarsi, un darsi: siete tutti rimandati a scuola, e – pure se non basta leggere – vi consiglio un libro in particolare “Di che cosa parliamo quando parliamo d’amore” di Raymond Carver.
    Se tutti ci mettessimo a donare e a dare a destra e manca, chi prenderebbe il nostro amore? Forse Dio, se solo avesse mani per prendere; invece di essere-nulla.
    Non si può giocare al gioco dell’amore senza mettersi in gioco completamente, mettendo delle condizioni “prima” di cominciare.

    Per Anna: mi fa quasi paura che desideri che qualcuno prima o poi ti dica quello che (credi) vorresti sentirti dire, perché amore nasce dall’esatto contrario: stupore nello scoprire di che ci eravamo sbagliati e felicità im-mediata (cioè non mediata dal linguaggio convenzionale).
    Per una Botta e via, spero tu sia disponibile, comunque 😉

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    1. Io sono in continua evoluzione e rivoluzione. Non esiste una formula esatta per l’amore, una ricetta universale, una modalità giusta. Dipende dalla situazione, dalla persona, dal periodo. Ciò che potrei desiderare da X potrei non volerlo da Y. Ogni amore è diverso, ogni amore insegna qualcosa. L’importante è non subire le cose, non accontentarsi, non accettare passivamente. Se fa star bene allora va bene. Non tutti possono o vogliono donare e donarsi, come non tutti vogliono aprirsi e accettare. Non trovi?

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      1. Allora se io volersi donarmi a te, perché mi rende felice, tu non accetteresti? La vedresti come carità? O beneficenza? In quel caso non lo farei. In quel caso non mi passerebbe neanche per la testa. Né donerei a qualcuno che accetta contro voglia o per gentile concessione. L’amore non è solo quello stereotipizzato. Finché è una scelta, rende felice e non lede la dignità per me ogni forma, modalità o relazione va bene.

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      2. Mettiamola così: se vedi ciò che ti ho detto sotto un piano meramente logico, finisce per risultare una roba alla Sheldon Cooper alle prese con le convenzioni sociali, e che se gli fai un regalo si offende perché si sente obbligato a ricambiare.
        A parte che a me piacciono moltissimo gli stereotipi, per scherzarci… ma sarei davvero curioso di sapere come potresti “donarti” a me o a chicchessia: se – dopo averti conosciuta un minimo e trovata attraente – bussassi alla mia porta con un vestito sexy e un fiocco in testa, t’inviterei ad entrare; se – dopo averti conosciuta un minimo e trovata simpatica – bussassi alla mia porta come sopra, si aprirebbero mille scenari, che vanno dalla risata alla denuncia.
        Il concetto di “dono” è legato inevitabilmente al quello di “do ut des”, allo scambio e alle leggi di mercato di domanda/offerta.
        L’amore, nonostante i suoi molteplici aspetti, ha un quid: quel certo non so che, che trascende ogni logica e ogni ragionamento, altrimenti non staremmo qui a discuterne.
        Un gesto realmente disinteressato, seguendo il tuo ragionamento, sarebbe un atto di amore, e mi troveresti pienamente d’accordo, se solo potessi crederti in grado di darti a qualcuno che non t’interessa proprio (e che perciò lo renderebbe pure un atto insensato).
        Credo che il proverbio “a caval donato non si guarda in bocca” non voglia dire solo “prendiamo a mani basse quello che ci viene regalato” (e infatti guarda un po’ che fine ha fatto Troia nell’Iliade) ma lasci intendere quasi l’esatto contrario: “non si guarda in bocca”, perché più del contenuto è importante il modo in cui questo si presenta.

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      3. Deve esserci reciprocità ovviamente, sennò come dici tu non avrebbe senso. Io posso decidere di volermi donare a te ed essere “tua” pur sapendo che tu non puoi o vuoi ricambiare questa cosa. Ovvero che mi dai ma non con esclusività o con totale trasporto. Posso decidere di aspettare i tuoi tempi e darti ciò che mi sento di darti, a prescindere che tu mi dia un corrispettivo uguale. Posso volerti dare dieci ed essere felice del tuo due. Come potrei non fregarmene assolutamente del dieci dato da un altro. I rapporti non sono mai equilibrati al cento per cento. C’è sempre chi da un po’ di più, chi ama un po’ di più e i ruoli spesso si invertono e rincorrono. Io non mi offro come una bisognosa, come una disperata che necessita delle tue briciole. Io, fra mille opportunità, decido di volerti dare qualcosa e se tu mi darai solo frammenti mi starà bene. Perchè sono felice nell’essere tua, mi godo quei momenti. La qualità non la quantità. E non è una questione di sentirsi in obbligo di ricambiare. Ti sollevo io da questo nel momento in cui dico “ho deciso di voler essere tua anche se tu non sei mio”. E non è per poco amor proprio, è essere consapevole di ciò che hai di fronte e scegliere che quel due, dato da quella persona, per te vale più di tutto.

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      4. Sì ma ti ostini a non capire. Scambi la tua carica erotica per “amore”. Il concetto di amore, in quanto tale e per quanto si possa relativizzare, presuppone sempre una certa corrispondenza, asimmetrica. Però non è un salto nel vuoto, uno slancio verso qualcuno che si scansa (che è carica erotica).
        E poi, ripeto, i calcoli sono un tentativo di escludere amore, che se proprio fosse qualcosa, sarebbe una costante numerica. In amore, non si dovrebbe calcolare ma dare i numeri.
        Tu non decidi proprio niente: sei decisa, da qualcosa che ti prende alla sprovvista e che forza la tua volontà, deviandone il corso.
        Guardati “Innamorato Pazzo”, con Celentano e la Muti, potresti imparare qualcosa.

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      5. Io decido di voler donare me stessa. Non solo in senso erotico, in senso molto più ampio. Fosse una questione di sesso non si porrebbe il problema. Io dico che alle volte, appunto perché “dai i numeri”, ti lasci andare totalmente. Dai la tua parte migliore all’altro e ti fa star bene. Che sia il fare l’amore o il condividere un pensiero, un’emozione, un vissuto. Io credo che diciamo la stessa cosa in modo diverso. Forse se cambiamo angolazione ci capiamo

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      6. Senti, tanto di cappello, perchè a me questo dialogo avrebbe ispirato solo un misero ma sentito vaff..

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      7. Ma dai? No, io adoro i confronti. Lui credo stesse cercando di capire se il mio senso di libertà fosse reale o funzionale a una necessità affettiva. Penso che interpretasse il mio “scelgo di darmi” come un sintomo di freddezza emotiva, invece era proprio un “so di essere pazza di lui e scelgo di darmi senza pretendere in cambio nulla di canonico”. Credo che alla fine ci siamo capiti

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      8. L’ho letto ma già s’era detto del fraintendimento. Anche se è una poesia, il fatto di volere oltrepassare, sfondare questo muro, è una cretineria, anche perché questo muro non è proprio un muro, ma una soglia, un taglio, boh… insomma una cosa che è la misura stessa della sussistenza del maschile e del femminile. La stessità (perdona il gergo da filosofo) significa questo: uguali ma inesorabilmente diversi, altrimenti avremmo solo identità.
        Spero di essere stato chiaro.
        Comunque anche tu mi hai ispirato qualcosa (oltre al sesso post-lite), e quando sarò dell’umore ne scriverò!

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      9. Ma io mi chiedo, perchè cazzo certa gente, al 99% dei casi uomini, devono 1) pensare che il loro modo di vedere/sentire/considerare le cose sia l’unico giusto?
        2) non solo, ma devono anche convincere gli altri?

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      10. E infatti dovrebbe essere scontato così. Ma anche sulle questioni più intime e personali c’è sempre qualcuno che cerca di imporre il suo modo di pensare, come se poi gliene venisse in tasca qualcosa…mistero.

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      1. Mi piace ciò che scrivi e bisogna imparare a dirlo, senza invidia, tutto qui. Chissà forse nascerà una nuova scrittrice! Ciao, un bacio, Giusy

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      1. Ahahahaha okok 😀

        Ti piacerebbe conoscermi almeno a voce? Così senti la voce di questo Ars Amandi ahahahah 😀

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      2. Poco prima di pranzo va bene? Dormo fuori, sai perchè ma torno per pranzo perchè nel pomeriggio ho da fare. Di solito mangio con le mie tope ma sto giro no a causa appunto di questo impegno…dovrei essere a casa per le 11:30 circa. Ti va bene?

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  8. Sara’ amore vero? Ai posteri..ecc. ecc.
    No , scherzi a parte , o sei saggia piu di tutte le altre donne al mondo , o pretendi troppo poco per te stessa ….
    O hai trovato la perfezione “pura” , e non vuoi perderla…
    Ai posteri…ecc. ecc.

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  9. Molto brava! Versi che si leggono d’un fiato anche se descrivono un concetto d’amore diverso dal mio. Non saprei accontentarmi dei frammenti dando tutto di me, non in amore. Nell’amicizia sì, già fatto, ma l’ amore è altra cosa.
    Ciao,
    Marirò

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      1. La posso condividere sul mio blog? Perchè rispecchia molto quello che provo anche io in questo periodo, ma io non sono assolutamente capace di scrivere poesie…

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      2. Quando ho finito il post che sto scrivendo ora metto il tuo. Non subito perchè quello di adesso è un post che continua quello precedente…;-)

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    1. No io non la vedo così. La sofferenza è intima e profonda, può essere raccontata, condivisa, mai scaricata. Non sarebbe corretto investire il prossimo di un simile peso e responsabilità. Io, piuttosto, in mano lascio la gioia. Quella che ho, quella che posso.

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      1. Non é forse la stessa cosa? Gioia, sofferenza, é cosí diverso? .. quello che intendo é che per non prendere responsabilità sul nostro statod’animo, diamo ad un’ altra persona il potere di donarci gioia o tristezza. Se é cosí, mi chiedo perchè succede?

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  10. Mi inibisce un po’ parlare dopo questo profluvio di commenti:) ma d’altronde non mi piace lasciare like muti.
    Parole intense e rischiose, perché è un consegnarsi all’altro confidando nella sua benevolenza (o dando per scontato che non ci sarà alcuna benevolenza)
    ml

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